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Danzare attraverso la narrazione delle emozioni. Pina Bausch rivive nel gesto parola di Cristiana Morganti

Creato il 05 ottobre 2010 da Robertoerre

Foto seduta

 

Si può parlare di danza e farlo per mezzo della parola che diventa gesto? La risposta è sì, dopo aver ascoltato la “Conferenza danzante” di Cristiana Morganti, ospite del Centro culturale Il Funaro di Pistoia con “Mowing With Pina”. Un omaggio, ma non in forma celebrativo di un facile amarcord, bensì un lavoro originale messo in scena dalla danzatrice solista dal 1993 nella Compagnia Tanztheater di Wuppertal, fondata da Pina Bausch nel 1973. Tra le più importanti coreografe mondiali, Pina Bausch è scomparsa nel 2009, promotrice di un progetto artistico - espressivo autonomo rispetto al tradizionale balletto e alla danza moderna, ma caratterizzato dalla recitazione con l'uso del gesto teatrale e della parola. Elementi fondanti di una poetica universale che l'ha resa celebre ed ora nuovamente vitale, grazie alla bravura superlativa della danzatrice nuovamente in scena, martedi 5 ottobre al Teatro Ariosto di Reggio Emilia, nell'ambito della stagione della Fondazione -iTeatri-.

A Pistoia si è visto anche il documentario “Autor de Pina Bausch Tanztheater Wuppertal”, ideato da Francesca Pedroni per la regia di Maria Mauti. Prodotto da Classica TV- Sky, il filmato ripropone sequenze tratte dai maggiori successi della coreografa. Uno per tutti: “Agua” dedicato ad un Brasile rivisitato attraverso un ideale originale da Pina Bausch, frutto di una residenza su commissione, e divenuto un lavoro di creazione sapiente. Un documento filmato in cui c'è l'anima della coreografa, un viaggio a ritroso costellato di immagini, interviste, flash su Pina, le storiche affermazioni come quelle alla Biennale di Venezia. Dal docu-film alla danza raccontata, spiegata con un'abile e sottile vena umoristica -ironica, dove la leggerezza della narrazione si fa palpabile e cattura l'attenzione del pubblico. Introdotta da Leonetta Bentivoglio di Repubblica, ecco la danza che si fa materia per una storia dai mille risvolti. Una biografia -autobiografia in cui c'è spazio per il ricordo in una certa misura anche nostalgico, incentrato su aspetti della sua vita e su anneddoti capaci da soli di descrivere l'universo creativo di Pina che “assisteva a tutte le repliche dei suoi spettacoli per poi correggere le imperfezioni viste anche per quattro, cinque ore di seguito”, e lei, Cristiana, ne è una testimone privilegiata. La sua perfezione tecnica nel danzare come intermezzo tra un racconto e l'altro, movenze delicate, una gestualità tesa alla perfezione, la presenza in scena nel bel abito rosso sgargiante, ha saputo descrivere attraverso le note musicali che sono poi le partiture della danza creata, ancora una volta da Pina Bausch, come “Le Sacre du printemps”di Stravinskij. “Un lavoro faticoso per via della terra stesa sul palcoscenico. Nessuno di noi sapeva cosa sarebbe successo dopo e quindi il risultato realistico era assicurato. Di improvvisato comunque non c'è nulla nella creazione di Pina Bausch, nonostante lei partisse sempre senza seguire una storia, una drammaturgia ben precisa, salvo rare eccezioni – sono parole di Cristiana – e le sensazioni provate dal pubblico sono date dalla precisione in scena dell'artista che le trasmette”. C'è nello spettacolo un filo che si riannoda lentamente man mano che la danza evoca i ricordi, le tante esperienze vissute. Ne esce un affresco composito mai didascalico o ripetitivo. Ogni passo di danza, ogni parola esclamata evoca immagini, suoni, silenzi, di quel mondo fatto di fatica, energie, sogni e creazioni che popolavano la fantasia di Pina Bausch. La presenza scenica di Cristiana Morganti ne è la riprova e dimostra ancora una volta di aver appreso la lezione della sua Maestra. “La scelta di denzatori da parte di Pina si basava sulla consapevolezza corporea che ci permette a noi di essere naturali in scena”. Ecco: naturalezza, perfezione, semplicità e una passione illimitata. Citazione d'obbligo per lo staff che ha creato nel Centro Il Funaro, un luogo dove produrre e godere di cultura, al servizio della collettività, in cui si mescolano sapientemente laboratori teatrali, workshop professionali, teatro e arti performative, teatro per ragazzi. Una ricca biblioteca specializzata dedicata al teatro e alla ricerca teatrale del '900, arricchita dalla donazione del Fondo archivistico di Andres Neumann, produttore e agente teatrale di molti artisti illustri. Il merito di tutto questo è nella volontà appassionata della direttrice Antonella Carrara insieme a Lisa Cantini, Mirella Corso, Francesca Giaconi, Massimiliano Barbini, Andres Neumann, Elena Di Stefano, Annalisa Passigli, Fabio Giammarelli e Marta Guerrini. Un'isola di arte e felicità.

Roberto Rinaldi


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